Il mondo è stato turbato da un’impennata di emigrazione forzata. Decine di milioni di persone si sono messe in marcia, in fuga dai loro Paesi di origine, alla ricerca di una vita migliore in un altro Paese. Alcuni fuggono da una guerra civile o da un regime oppressivo, altri sono costretti a partire dalla povertà estrema, attratti dalla possibilità di migliori prospettive economiche per loro stessi e la loro famiglia.

La nostra incapacità collettiva di sviluppare e attuare politiche efficaci per far fronte all’aumento dei flussi migratori ha notevolmente contribuito alla povertà e all’instabilità politica, sia nei Paesi di origine che nei Paesi di destinazione, che lo vogliano o meno. Spesso gli immigrati sono costretti a vivere un’esistenza vuota e disperata, mentre i Paesi di accoglienza non riescono a trarre i potenziali vantaggi di una maggiore integrazione.

E’ compito innanzitutto dei governi fronteggiare questa crisi creando e sostenendo infrastrutture fisiche e sociali appropriate per i migranti e i rifugiati. Tuttavia, è anche fondamentale sfruttare il potere del settore privato.

Consapevole di questo, l’amministrazione Obama ha lanciato recentemente il programma “Call to action” con cui ha chiesto alle aziende americane di svolgere un ruolo più incisivo per affrontare le sfide poste dall’emigrazione forzata. Oggi, i leader del settore privato sono riuniti alle Nazioni Unite per sottoscrivere un impegno concreto e contribuire a risolvere il problema.

Da parte mia, ho deciso di destinare 500 milioni di dollari a investimenti mirati a soddisfare le esigenze di migranti, rifugiati e comunità di accoglienza. Investirò in startup, società già avviate, iniziative dall’impatto sociale e aziende fondate da immigrati e rifugiati. Pur essendo la mia priorità quella di aiutare gli immigrati e i rifugiati arrivati in Europa, andrò alla ricerca di spunti per buoni investimenti che apportino benefici ai migranti di tutto il mondo.

L’impegno, sottoforma di investimenti finanziari, si aggiungerà ai contributi filantropici offerti dalle mie fondazioni per fronteggiare l’emigrazione forzata, un problema con cui ci confrontiamo a livello globale da decenni e a cui abbiamo destinato ingenti risorse finanziarie.

Cercheremo investimenti in un’ampia gamma di settori, tra cui l’emergente tecnologia digitale, che sembra particolarmente promettente come metodo per fornire soluzioni ai problemi specifici dei migranti. I progressi realizzati in questo settore possono aiutare le persone ad accedere più facilmente a servizi governativi, legali, finanziari e sanitari. Le aziende private hanno già investito miliardi di dollari per sviluppare questo tipo di servizi per le comunità di non migranti.

E’ grazie a questo che oggi possiamo trasferire il denaro istantaneamente da un portafoglio digitale a un altro, gli autisti trovano clienti utilizzando un telefono cellulare e un medico in Nord America riesce a visitare un paziente in Africa in tempo reale. Personalizzare e ampliare queste innovazioni per metterle al servizio dei migranti contribuirà a migliorare la qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Tutti gli investimenti che faremo saranno di proprietà di organizzazioni senza scopo di lucro. Il nostro obiettivo è che questi investimenti siano redditizi, perché voglio dimostrare come i capitali privati possano svolgere un ruolo costruttivo per aiutare i migranti e i ricavati andranno a finanziare i programmi all’Open Society Foundation, tra cui progetti per migranti e rifugiati.

In quanto sostenitori di lunga data della società civile, ci impegneremo a far sì che i nostri investimenti si trasformino in prodotti e servizi di reale beneficio per gli immigrati e le comunità di accoglienza.

Lavoreremo a stretto contatto con organizzazioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e il Comitato internazionale di soccorso (IRC) per stabilire dei principi di orientamento per i nostri investimenti. Il nostro obiettivo è sfruttare, per il bene comune, le innovazioni che solo il settore privato è in grado di offrire.

Spero che il mio impegno possa ispirare altri investitori a perseguire la stessa missione.